mercoledì 31 dicembre 2008

Televisione cerca casa

L’etere non ha tregua.
Oltre alle mai concluse diatribe su chi debba andare o meno sul satellite anche il canone delle pay per view diventa un atto politico con un seguito di grandi discussioni.

Per questo c’è chi spera ancora nella soluzione delle soluzioni: webtv e digitale terrestre
Ma tra i pro e i contro viene da chiedersi se è davvero questa la strada da perseguire…


C’è chi trova il digitale una soluzione ancora complicata sopratutto per le difficoltà di fruizione, ma è innegabile il suo vantaggio: non scomoda lo spettatore dal mezzo a lui più caro… la tv salotto e poltrona.

Chi invece crede nella trasmissione su web, dimentica la problematica territoriale italiana di istallare la banda larga lontano dagli assi delle maggiori città e le difficoltà di fruizione, attraverso un mezzo familiare, solo ai giovani che sullo stivale non sono poi molti… almeno secondo gli allarmi demografici… Quindi che fare?

È un'altra volta il tormentone tra apocalittici ed integrati o siamo veramente al capolinea e l’unica strada è trovare finalmente una soluzione?

Ad Maiora e la community di Aqualandia

La community nasce per offrire ad ogni visitatore del parco la possibilità di caricare i loro filmati, lasciare commenti ed impressioni sulla giornata trascorsa e trovare informazioni e suggerimenti per scoprire le migliori attrazioni.

L’agenzia a cura del progetto è Ad Maiora di Mauro Lupi che spiega la natura di questa community come “…un ambiente digitale dove poi sono le persone che attraverso la loro partecipazione creano il valore in termini di awareness…”.

I risultati di questa operazione, secondo il direttore Marketing di Aqualandia, sono stati soddisfacenti: gli accessi sono cresciuti di oltre il 40% rispetto al 2007.

Al momento, risulta una community non moderata e limitata al solo periodo estivo.
Ma è questo l’obiettivo dell’azienda?

Forse da un Company Generated Content ci aspettiamo di più…

martedì 23 dicembre 2008

Azienda 2.0 per lo sviluppo di ambienti virtuali

L’alleanza tra Ibm e Linden Lab, con Second Life, è ancora la misura delle potenzialità del mercato nei mondi virtuali.

Questa tecnologia ha reso l’interazione sempre possibile a prescindere dalla ubicazione fisica degli addetti che, grazie agli avatar, lavorano insieme, condividono documenti, si scambiano informazioni utilizzando anche la propria voce.

I numerosi i vantaggi prospettati alle imprese sia logistici che di qualità della vita sembrano non bastare più.

Alcune aziende stanche di attendere il boom dei consumi virtuali ,deluse dai pochi profitti, iniziano a chiudere i battenti nell’universo Linden.
Il business legato a Second Life risulta essere meno redditizio delle aspettative?
O semplicemente il numero di utenti raggiungibili tramite il mondo virtuale è troppo ridotto, per giustificare gli investimenti comunque ingenti?

Intanto in Italia, paese tradizionalmente in ritardo sui nuovi trend, la “crisi” di Second Life non sembra essere ancora stata avvertita.

Postecom sta verificando le opportunità di utilizzo della piattaforma a beneficio della Pubblica Amministrazione italiana, dell’università, della scuola, della sanità e della finanza.

Quale saranno i risultati delle aziende italiane verso l’utilizzo della realtà virtuale?
Intanto un primo guadagno sono la riduzione dei costi di affitto delle strutture e delle bollette dell’energia!

lunedì 22 dicembre 2008

Asili nido: un investimento aziendale

Gli asili aziendali fanno parte di programmi di “work-life balance” di molte imprese negli Stati Uniti e Gran Bretagna.
In Italia però la loro diffusione avviene soprattutto nelle grandi città del centro-nord e in maniera molto lenta.

Uno dei pochi esempi italiani è la Geox con un asilo nido e una scuola materna creati per agevolare le molte donne che lavorano in azienda.

Per chi crede che sia possibile solo alle grandi imprese è importante sapere che anche le piccole imprese consorziandosi tra loro e con il proprio comune possono essere aiutate ad avviare un asilo nido…

Non sempre le aziende hanno la lungimiranza di considerare questo come uno sforzo utile al raggiungimento dei propri obbiettivi strategici.

Ma l’arrivo di un figlio cambia la vita!
Con costi contenuti si potrebbero garantire vantaggi in termini di serenità e produttività del personale come la riduzione delle assenze e la maggiore concentrazione e disponibilità a straordinari, senza contare il miglioramento generale della qualità di vita dei dipendenti.

Così le esigenze di due realtà come la famiglia e lavoro, di solito molto lontane tra loro, potrebbero incontrarsi nei nidi aziendali e migliorare non solo la produttività aziendale e la qualità della vita delle dipendenti, ma anche…l’immagine stessa dell’azienda!

giovedì 18 dicembre 2008

La Gelmini su Youtube



Tra commenti, apprezzamenti, critiche, lodi e disapprovazioni su Internet non passa inosservato il nuovo canale YouTube del Ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini.

Il Ministro è su Youtube, risponde agli studenti sui temi della scuola, dell’università e della ricerca.

Si rivolge direttamente ai ragazzi con lo strumento più utilizzato dai giovani, con un canale che non è un semplice archivio video, ma un vero spazio d’interazione e dibattito.

Quest’approccio valorizza lo “strumento youtube” nella sua reale dimensione di social network.

Ma questo strumento così diretto e immediato troverà riscontro?
Intanto, ancora una volta, l’orientamento dei partiti sul web si dimostra differente.

Il Pd, dopo la webtv, lancia una webradio e un nuovo portale che abbandona la logica del “sito vetrina”.
Il web “democratico”, però, parla e interagisce sopratutto con se stesso, incapace di costruire un rapporto moderno coi media.

Quale sarà la strada capace di valorizzare le potenzialità dei new media?
Ai posteri l’ardua sentenza.

lunedì 15 dicembre 2008

Arriva la carica dei “Nati digitali”

Utilizzano il 2.0, comunicano attraverso instant messanger, blog, wiki e webcam; nel tempo libero giocano ai videogame multiplayer, si creano una pagina su myspace e partecipano ai forum tematici.

Per i nativi digitali la rete è il primo passo, il mezzo che permettere di ottenere tutto col minimo sforzo. Il nativo è sempre online: “non usa la rete ma è la rete”.

In questo boom le aziende partecipano al gioco, soprattutto contano su internet per arrivare direttamente ai propri stakeholder.

Per questo si è diffusa la moda di “coinvolgere” il pubblico, l’obiettivo è l’Engagment. Per esempio attraverso la “generosa” offerta di pubblicare gratuitamente sul proprio sito, i materiali della community.
Resta da capire se questa bramosia di contenuti dal “basso” è una necessità, in quanto la sola pubblicità tradizionale non è più sufficiente, o se questo tipo di advertising sia un’astuta mossa per coinvolgere gli utenti risparmiando sui costi.
In questo contesto le aziende possono creare un blog aziendale per umanizzare il proprio rapporto con l’esterno e sviluppare una comunicazione che non sia più solo pubblicitaria e persuasiva.
Agli user-generated content, quindi, le aziende rispondono con i company-generated content.

venerdì 12 dicembre 2008

La banca del baratto


Mercati in crisi? Le aziende italiane corrono ai ripari utilizzando il sistema economico più vecchio del mondo: il baratto.

Novità di questi giorni è “CambioAffari” un Network Professionale, di una società piemontese,
che sviluppa compravendite tra aziende senza l’impiego di denaro grazie al solo utilizzo del baratto.

Il funzionamento del sistema è semplice. Le aziende interessate ad utilizzare CambioAffari, dopo averne sottoscritto l’adesione, descrivono i beni ed i servizi che intendono “permutare”. Gli operatori di CambioAffari si occupano di ricercare l’azienda “speculare”, interessata cioè ad effettuare la permuta. Messe così in contatto, le due imprese gestiscono in autonomia lo scambio e la compensazione dei beni secondo il valore economico pattuito.

Negli Stati Uniti il Corporate Barter viene utilizzato da oltre 30 anni e arriva a muovere quasi il 2% del PIL.
Secondo Ron Whitney, direttore della International Reciprocal Trade Association, negli USA esistono oltre 400 barter network. Tra queste la Merchants Carter Exchange permette ai suoi abbonati di scambiare servizi e merci e di pagarli con una apposita moneta: il barter dollar.

Numerosi sono i vantaggi come: effettuare acquisti senza intaccare la liquidità, diminuire gli oneri finanziari e l’indebitamento bancario, aumentare i profitti, diminuire le giacenze e gli stock ma soprattutto non fermare l’economia in un momento così delicato per i mercati internazionali.

A riprova del successo che sta incontrando la formula, anche i governi barattano. Di recente la Thailandia ha annunciato che in cambio di petrolio può fornire migliaia di tonnellate di riso all’Iran.
La crisi finanziaria, si sa, aguzza la fantasia!

mercoledì 10 dicembre 2008

Retail design


E’ ormai chiaro per le aziende che il consumatore ha la consapevolezza di cosa vuole acquistare e dove. Infatti il mondo del retail è il primo ad essere in continua evoluzione.

Diverse le proposte dei retailer che agiscono su diversi fattori inseguendo e interpretando le tendenze del mercato. Ad esempio: lo stile di vita, i bisogni e i desideri dei potenziali clienti, il valore del brand e l’esperienza di acquisto.

La tradizionale pubblicità trasmessa dai media non basta più per incrementare le vendite.
Adesso l’ultima frontiera delle strategie aziendali è nei punti vendita.

La progettazione dell’ambiente ha la stessa importanza delle caratteristiche proprie del prodotto come il design o il packaging. Grazie a luci, odori, musica di sottofondo e la stessa organizzazione del negozio gli stessi “store” si sono trasformati in vere “armi di seduzione”.

Non parliamo solo di una shopping experience coinvolgente, ma di fare in modo che i valori e le caratteristiche dell’identità di marca possano andare in scena.
Di conseguenza i luoghi devono apparire come un vero e proprio motore, in grado di generare attenzione e commenti attorno alla marca.
Qualunque sia la scelta di marketing, è necessario accendere i riflettori direttamente sullo scaffale, perché è proprio lì che si conferma l’atto d’acquisto.

martedì 2 dicembre 2008

Il social network è un business?

E’ iniziato il Broad Band Business forum. L'incontro, arrivato alla quarta edizione, si svolge fino al 4 dicembre presso la fiera di Roma.

I temi si dividono in quattro aree di interesse: le nuove tecnologie, il marketing ed i nuovi media, le strategie e le visioni di impresa ed il piccolo e medio business.

Tra gli argomenti di nostro interesse sembra vincere l’ansia ormai generalizzata di trovare una giustificazione razionale all’esistenza dei blog e delle community. In altre parole è un’esigenza diffusa per i provider dei servizi, capire come riuscire a trarre vantaggi economici dal grande traffico canalizzato da “social trend” come Facebook.

Anche noi siamo lì, alla ricerca del confronto e perché no… della soluzione perfetta!