giovedì 31 luglio 2008

E' ufficiale: i blog sono opinion maker


L’opinione dei blogger fa parlare un po’ tutti, è toccato a Lorenzo Jova Cherubini discolparsi dai rumors lanciati dal blog 'Sexo, Drogas y Rock &Blog' del quotidiano iberico El Mundo.


L’autore del blog Quico Albedo sostiene che la canzone “A te” di Lorenzo Cherubini assomiglia troppo al brano di Alejandro Sanz 'La primera persona', contenuto nell'album 'El tren de los momentos' uscito nel 2006.


Al di là del fatto di cronaca è interessante come i blog, anche se appoggiati ai quotidiani nazionali come El Mundo, stiano sempre considerati come opinion makers contemporanei a cui diventa quindi necessario rispondere.


Intanto Jovanotti, artista che da tempo ha mostrato di misurarsi con le potenzialità del mondo virtuale, è il primo a rendersi conto della forza mediatica della rete, difatti le sue smentite ufficiali sono in corsa per il web.

mercoledì 30 luglio 2008

2009: l’anno di Modigliani è web 2.0


Dopo diverse iniziative di stampo amatoriale anche gli istituti ufficiali si stanno avvicinando alle nuove possibilità date dal web.

Né è un esempio il caso del Modigliani Istitut Archives Légales ParisRome che a cominciare dal prossimo anno metterà a disposizione tutta la documentazione ed i carteggi del noto autore livornese.

Già dal prossimo autunno sarà aperto uno spazio web 2.0 sul sito ufficiale, per permettere ai visitatori di commentare ed esprimersi in merito all’opera di Modigliani.

Il progetto non si ferma qui, nascerà anche una web Tv con cui saranno effettuate operazioni di found raising per sostenere la pittura e la scultura italiana e internazionale ed il progetto della Casa di Modigliani.

Ci auguriamo che l’immortalità dell’arte continui nel mondo virtuale appassionando sempre nuove generazioni.

giovedì 24 luglio 2008

In quanti modi si può fare un blog?

Il mondo dei blog in Italia si muove ma lento, di tutti quelli che cominciano in pochi procedono, la vita media dei blog italiani è di 4 mesi.

Ma chi ce l’ha fatta, chi ha superato la dead line come ha fatto?

Le ragazze del bloglab 2007-08 hanno più che brillantemente superato i primi 4 mesi… danno qualche consiglio.

martedì 22 luglio 2008

Aggregatori... per non disperdersi nella rete!


In quanti di voi contribuiscono a diversi contenitori sul web?
Avete un blog, un canale su you tube e magari un profilo su flickrs e su facebook?
Vi state perdendo nella rete all’inseguimento di voi stessi?


E’ arrivato il momento di usare un aggregatore di feedback.
Con un solo indirizzo presentate in modo più ordinato tutti i vostri contenuti sulla rete.

Il funzionamento è semplice.
Una volta individuato l’aggregatore che fa per voi, vi iscrivete al sito e indicate un indirizzo di riferimentom, che normalmente inizia sempre con l’url dell’aggregatore stesso.

A questo punto effettuata la registrazione dovrete solo inserire nel contenitore gli indirizzi che da cui volete aggiungere un vostro feed.

Unica controindicazione per gli esteti del web design, potreste uscirne un po’delusi. L’aggregatore punta alla praticità ed alla immediatezza della ricezione dell’informazione, l’impaginazione quindi, non è molto… curata.

Avrete un elenco dei feed e dei post solitamente in ordine cronologico dei diversi contributi che avete segnalato.

Ma gli aggregatori possono offrire uno specchietto sintetico anche delle notizie che vi interessano di più.
Ad esempio se siete interessati a determinate materie o a tenere d’occhio le informazioni di più siti, potete costruirvi un aggregatore ad hoc in cui far convertire tutti i feed RSS che vi interessano oppure affidarvi ad un portale già strutturato, come ad esempio Eufeeds.

giovedì 17 luglio 2008

I blogger sono più felici?


Questo ci dice una ricerca australiana.
A quanto pare la socialità virtuale è una felice scoperta in grado di portare buonumore e appagamento.

La ricerca ovviamente non riguarda chi con il blog ci lavora, anzi per loro le previsioni sono di ansia e stress “da ufficio” e forse pure da prestazione…

Soprattutto il l’effetto di “buon umore” sembra esulare dai nostri patri confini, dato che se davvero ai blog si possono collegare tutte queste proprietà terapeutiche, in Italia sono davvero in pochi a goderne a lungo.

La mortalità dei blog italici è ancora ferma su una media di quattro mesi.

Il blog da sì gioia e realizzazione, ma è un po’ come l’amore: bello finchè dura.

Ottenute le prime soddisfazioni personali, i primi contatti, i primi link, non tutti i blogger ce la fanno a mantenere partecipazione nei lettori e, come in una triste storia, l’entusiasmo si rompe ed i cocci sono tutti della blogosfera…

martedì 15 luglio 2008

Non dire solo TV quando sei sul Web


La TV su internet ancora non ha raggiunto tutto il suo target potenziale e già si è trasformata rispetto le sue origini. Parlare di TV via internet non basta, perché la rete non si limita più a costituire una canale di distribuzione alternativo della televisione tradizionale, ma entra anche nella fase di produzione, oltre ad offrire un inedito “canale di ritorno” al pubblico.

La cosiddetta “TV” in rete ha tanti nomi ed ognuno rispecchia caratteristiche e peculiarità diverse. Abbiamo la webTV, la ipTV, la netTV ed il video sharing.

La webTV è caratterizzata da una fruizione sincrona (il momento della distribuzione coincide con quello della fruizione), ha una redazione centralizzata e funziona in pratica come una tv tradizionale, con la differenza che è fruibile solo sul Web. Un esempio di web TV è RossoAlice.

La ipTV ha una fruizione sincrona come la web Tv, usa lo stesso protocollo (IP), ma è fruita sul televisore di casa munito di un apposito Set Top Box, e richiede un abbonamento. La TV di FastWeb o l’offerta Telecom Italia AliceHomeTV sono i due esempi più popolari.

Per video sharing invece si intendono quelle Web Application (come YouTube e simili) che permettono agli utenti di pubblicare i loro video - spesso “rubati” alla televisione tradizionale - e di condividerli con gli altri utenti in modalità asincrona.
La principale caratteristica di questi servizi è la possibilità di visualizzare immediatamente i filmati senza doverne attendere il completo caricamento (progressive downloading). Grazie a un potente motore di ricerca.
Con questi contenitori (organizzati come veri e propri social network) è possibile individuare facilmente le relazioni tra i vari contenuti, ed organizzarli in playlist. Ovviamente non è prevista la trasmissione in diretta.

La netTV (di cui Mogulus è l’esempio più riuscito) è una evoluzione della Web TV.
La net TV permette a chiunque di creare un proprio canale di video streaming attivo 24 ore su 24 e di gestirne la “messa in onda” inserendo in tempo reale sia contenuti live (provenienti, ad esempio, da collegamenti video Skype) sia contenuti preregistrati presenti nel proprio computer locale o già pubblicati sui principali social network.
Quando l’utente “proprietario” del canale non è collegato, il sistema inserisce una sorta di “pilota automatico” con la playlist a ciclo continuo degli ultimi contributi pubblicati dall’utente.

Esistono infine delle ulteriori “contaminazioni” tra la classica TV e internet che hanno come principale piattaforma di distribuzione la televisione tradizionale, ma i cui contenuti sono creati dagli utenti, inviati tramite una applicazione internet simile a un servizio di video sharing. Un esempio per tutti è CurrentTV.

Di fatto il passaggio da una web Tv ad una netTv è grande, soprattutto sotto l’aspetto filosofico della tipologia di fruizione e di interattività. Entrambi sono strumenti validi, ma per finalità diverse.

La webTV è uno strumento che può riaprire il campo della sperimentazione dei linguaggi più propriamente detti “televisivi” e può dotare strutture minori della possibilità di “fare TV”.

La net Tv è uno strumento ibrido che in sè racchiude le peculiarità e le caratteristiche del web 2.0 e dei social network, e potrebbe porre le basi per una rivoluzione “dal basso” nella produzione multimediale tale da incidere profondamente nella natura stessa dei contenuti con significative ricadute anche sul nostro stile di vita.

giovedì 10 luglio 2008

I social network come strumenti di confronto per la vita reale


I social network e gli strumenti ad essi correlati come i forum e le chat sono contestati da diverse correnti di pensiero, considerati da alcuni inutili trastulli o luoghi di ritrovo per nerd o disadatti sociali.

All’immagine negativa contribuiscono complici anche le fiction tv che scoprono spesso l’assassino di giovani vittime tra gli amici virtuali archiviati nel pc.

Evitando di entrare in facili luoghi comuni, riteniamo vadano evidenziate anche le grandi potenzialità di questi strumenti.

I social forum sono un’interessante strumento di verifica del humus sociale. Come una sonda sempre accesa che da spazio all’espressione del singolo, talvolta discordante dalle classiche “voci autorevoli”.

Ne è un caso più che riuscito il noto e contestato blog di Beppe Grillo, sulla cui scia stanno nascendo diverse realtà imprenditoriali. O gli scoop di cronaca di AgoraVox di cui abbiamo già parlato in questo blog.

Ma è quando avvengono tristi fatti di cronaca o scelte di grande impatto sociale come l’eutanasia, i diritti umani, leggi come l’aborto, che i social forum esprimono il meglio della loro natura originale:

il dialogo ed il confronto tra persone reali di un mondo reale.

Attraverso i forum ad esempio è possibile leggere partecipazione e suggerimenti reali, vissuti rispetto ai dogmi a volte triti e ri-triti delle voci “autorevoli”.

Prendendo come esempio il caso di cronaca nera di questi giorni è stata richiesta l’opinione di sociologi di grande fama ed età, che hanno condito con commenti a dir poco di ovvietà scadente, suggerimenti talvolta banali e fuori luogo.
Forse per commentare, capire ed indirizzare realmente il pubblico bisognerebbe attingere di più dal mondo reale, sia come esigenze che come esperienze.

Certo la solitudine c’è, è un male non solo del nostro secolo, e questo può essere un mezzo utile a sconfiggerla, ma come tutti gli strumenti può fare del bene, ma anche tanto, tanto male.

mercoledì 9 luglio 2008

E l’ICANN ha detto sì!


L’ICANN, l’organismo internazionale no profit che governa internet, ha detto sì!

Sarà possibile avere i domini con il proprio nome.

Come ogni grande scelta il mondo, internettiano e non, si è già prontamente diviso in apocalittici ed integrati per parafrasare la storica divisione suggerita da Umberto Eco.
Cioè tra chi dice che ci perderemo nei meandri della rete e chi accoglie questa scelta come l’ultima liberta nel mondo libero di internet.

Ma la domanda è un’altra… davvero il punto com e affini non ci bastavano più?
A quanto pare no.
Soprattutto non bastava a grandi aziende e firme il limite del solo nome, per essere riconoscibili in internet.

Grandi famiglie di prodotti ora potrebbero diventare classificabili per nome e società. Ad esempio potremmo avere www.merendine.ferrero… oppure www.collutorio.mentadent.

Di sicuro si prospetta un passo avanti per il marketing della rete, ma resta ancora da capire con che caratteristiche tale disponibilità di nomi sarà gestita. Il vero dubbio per cui potremmo essere vicini agli apocalittici è il cosiddetto furto di nomi registrati… mi viene orrendamente da pensare a tanti siti cinesi chiamati xxx.armani o xxx.prada

Diciamo che le prospettive possono avere un futuro positivo, da integrati, se ci si tutela per tempo dai possibili scenari apocalittici!

mercoledì 2 luglio 2008

Il digital divide si può superare?


In un paese in cui il tasso di anzianità cresce inversamente all’aumento della popolazione la realizzazione di un sistema operativo come Eldy Pc è un’interessante iniziativa.
Questo software è stato sviluppato per permettere l’uso del Pc a chi ha difficoltà legate all’età ed eventuali disabilità fisiche.

Il Pc è ultracompatto e consta del solo schermo di 19 pollici.
Il primo grande sollievo è che viene venduto pre-configurato e quindi pronto all’uso.
Il sistema operativo parla completamente in italiano e l’interfaccia stessa è semplificata con icone grandi e termini semplici.
Le alternative al mouse, eliminato perché vissuto come un ostile barriera fisica, sono due: il touch-screen e la tastiera esterna che si attacca con una sola porta USB direttamente al monitor.

L’iniziativa è una risposta alle esigenze di clienti più anziani, ma superate le barriere fisiche e mentali, restano quelle della rete.

In Italia il cablaggio della larga banda segue ritmi pachidermici, e lo stesso wireless, considerato a suo tempo l’uovo di colombo, sta subendo arresti.
Le cause sono da ricercare sia in uno scarso impegno alla diffusione delle infrastrutture sia nei dubbi sulla incidenza o meno sulla salute pubblica.
Ricordiamo il caso delle biblioteche francesi in cui Sarkozy ha dovuto affrontare l’interruzione delle reti wireless nelle biblioteche comunali per i continui malesseri del personale.

E pensare che in Giappone la connessione dell’intero territorio a 100 giga è già considerato un obbiettivo da superare!