venerdì 21 novembre 2008

E’ il Vishing il nuovo furto di identità

Dalla e-mail alla telefonata per ottenere dati sensibili.
Partiamo dal famigerato Phishing, un attacco di social engineering per scoprire password e numeri di carta di credito degli utenti con l’intento di commettere una frode. La truffa correva per i modem e dove c’è un modem c’è un computer.

Oggi il pericolo arriva dal telefono, o meglio dalla tecnologia VoIP: è il Vishing. Nelle e-mail “intruse” nella posta non ci sono più i link su cui cliccare ma recapiti da chiamare: numeri VoIP.

Collegandosi con questi recapiti, una voce registrata induce a rilasciare dati fingendosi nella maggior parte dei casi un istituto di credito. Non sempre però ci si trova ad ascoltare una registrazione: i truffatori più esperti, infatti, rispondono personalmente al telefono aumentando credibilità e possibilità di ottenere informazioni.

Gli utenti ormai abituati a ricevere e- mail “dubbie”, e a dubitarne, si trovano a fronteggiare un nuovo pericolo su un canale di comunicazione nuovo com’è il VoIP.

La novità ha una probabilità di successo molto più elevata rispetto ai canali truffaldini più tradizionali. Infatti ogni volta che un nuovo canale si sviluppa su di esso si sposta l’attenzione anche dei ladri di informazioni, e per difendere i propri dati e la propria sicurezza non resta che fare attenzione.

YouTube alla Casa Bianca

Obama non abbandona il web 2.0, che passa da strategia elettorale a precisa scelta di presenziare il web.
Anche se per motivi di sicurezza Barack dovrà rinunciare al Blackberry, il neopresidente non abbandonerà la rete.

Gli Statunitensi, “coccolati” sui social network durante le elezioni, non hanno intenzione di fare a meno di questo canale di comunicazione privilegiato con il loro presidente.
La

Casa Bianca
apre quindi le porte a mezzi inconsueti per l’etichetta e per i quali la definizione “virale” è un fatto positivo. Il primo dei suoi messaggi settimanali di Obama è già stato uploadato su YouTube, e così si andrà avanti; inoltre, il presidente promette di parlare in diretta on-line.


Ecco che il social networking si conferma una scelta obbligata ed efficace non solo per le aziende ma anche per la politica.
Quel desiderio di partecipazione che risponde anche ad una esigenza di consapevolezza sociale, è la volontà di definire i propri bisogni senza farseli imporre.
Bisogni politici, economici, di mercato, di acquisto, tutti passano per il web trovando nel 2.0 il naturale punto di arrivo.

venerdì 14 novembre 2008

YouTube va in diretta

Chi era perplesso sul recente acquisto di Google e sulle prospettive economiche di YouTube, sappia che ci sono novità.

E' di questi giorni l’annuncio di YouTube Live Tv in diretta streaming, che debutta il 22 novembre con uno spettacolo da San Francisco.
La nuova iniziativa va a sommarsi al precedente accordo tra YouTube e MGM per trasmettere gratis film cult e show televisivi in alta qualità.
In nessuno dei casi verranno dimenticati gli spot prima della visione del filmato.

L’obiettivo è accrescere e diversificare l’offerta video specialmente negli Stati Uniti per arginare la crescita inarrestabile di Hulu, portale utilizzabile solo per i residenti negli States, sul quale si possono trovare intere serie tv, film e preview in alta definizione.

Certo il fascino di YouTube è anche l’immagine poco chiara e disturbata ma un’area di qualità era ormai indispensabile. Per ora l’accordo con la Metro Goldwin Mayer mette tutti d’accordo: gli interessi di Google, gli utenti e le cinematografiche stanche di vedersi “rubare” spezzoni di film. Per quanto riguarda la diretta… guardiamola, prima!

giovedì 13 novembre 2008

Trasparenza... nei licenziamenti!

la locandina di Severage. Tagli al personaleParliamo di licenziamenti, da sempre un affare privato tra datore di lavoro e dipendente. I tagli al personale sono sempre passati in sordina tra una scrivania e l’altra. Oggi no.

E’ ancora una volta l’America a dettare il trend: licenziamento sui blog aziendali.
Sì nell’epoca della trasparenza, e dei low budget, il web si conferma canale privilegiato per le notizie, anche se sono brutte.

In realtà una ragione d’azienda c’è: le imprese statunitensi, sostenitrici della politica interna orizzontale e degli open space per i dipendenti, hanno capito che anche nei momenti difficili è meglio gestire le informazioni dall’interno e quindi sui propri blog.

La preoccupazione che i blog si rivelassero per le aziende un’arma a doppio taglio non è bastata, ed ha lasciato il posto alla strategia di utilizzarli come uno strumento di comunicazione in più.
Gli esperti di risorse umane e comunicazione sono convinti: il blog è un modo efficace di controllare le comunicazioni aziendali nel modo migliore, comprese critiche dei dipendenti e momenti di difficoltà economica.

giovedì 6 novembre 2008

Marketing, chi paga la bolletta?

Andando dal Vecchio Mondo al Nuovo Mondo, l’uso di Sms e telefonate cambia.

In Europa il traffico telefonico si paga solo in uscita e il servizio dei messaggi è integrato con le telefonate.

Negli States le chiamate sono addebitate sia in uscita che in entrata ed i messaggi sono considerati un servizio aggiuntivo alla telefonata tanto da non essere utilizzabili ovunque indipendentemente della ricezione.

Anche la tutela della privacy è differente. Infatti le compagnie telefoniche americane, tra l’altro, vendono i dati dei propri clienti per campagne marketing via sms, come è avvenuto di recente per Verizon Wireless, azienda leader di infrastrutture telefoniche.

Verizon ha infatti comunicato che addizionerà, al costo normale di un messaggio di testo, un valore di 3 centesimi di dollaro per ogni messaggio promozionale. Per le aziende che puntano a raggiungere i loro clienti sul cellulare si tratta di una bella spesa!

Secondo l’analisi di E-marketer, la manovra potrebbe avere una “giustificazione” se considerata nell’ottica di non trasferire tutti i costi sul consumatore, ma di far pagare ai “marketers” il canale privilegiato di cui dispongono.

In Italia intanto il Garante della privacy condanna la promozione push, troppo “spinta”, e il cellulare rimane ancora un’oasi semiprotetta.

martedì 4 novembre 2008

La promozione penalizza l’azienda

I prezzi nell’IT in due anni e mezzo sono calati del 24%.
Economia di scala che erode i margini di profitto? No… semplice promozione!

Secondo la società di ricerca Gfk i continui lanci promozionali dei rivenditori di Technical consumer equipment (consumer electronic, telefonia, fotografia, It) abbattono i prezzi in tempi record.

I volantini, amici delle folle alla ricerca del televisore perfetto al prezzo minore, sono invece il nemico delle aziende IT. Sempre in riferimento agli ultimi due anni e mezzo, sui prodotti si registra un calo dei prezzi del 30%. La conseguenza? Il calo del fatturato di elettronica di consumo è dello 0,5% e della telefonia l’1,5%.

La diminuzione dei prezzi spinge i consumatori a scegliere prodotti più performanti. In questo senso la promozione dispone i clienti a spendere per i prodotti più cari, sfruttando la convenienza dell’offerta.

Il meccanismo è chiaro: le catene distributive concorrono alla miglior promozione per la felicità dei consumatori e… la preoccupazione delle aziende.